Il Telefono Rosso è un servizio di consulenza medica sui fattori di rischio riproduttivo, fondato presso il Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” nel 1988.
Dal 24 gennaio 2000 è parte integrante dell’Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica, Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita Nascente di tale policlinico, dove è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00
Gratuitamente al costo della sola telefonata fornisce consulenze altamente specialistiche in fase preconcezionale, in gravidanza o durante l’allattamento a chiunque ne faccia richiesta: donna, coppia, personale sanitario o parasanitario. In particolare fornisce informazioni circa i rischi materno-fetali in caso di assunzione di farmaci, esposizione a radiazioni ionizzanti ed agenti chimici, infezioni e patologie materne o per altri problemi della gravidanza.
La Consulenza viene effettuata da operatori specializzati in Ostetricia e Ginecologia con particolari competenze nel campo della Medicina Prenatale e della Teratologia Clinica. Essa è un vero e proprio atto medico che rimane nell’ambito del colloquio telefonico, in grado di chiarire dubbi e paure alle gestanti, soprattutto nei primi mesi di gravidanza, qualora temano un rischio di complicazioni e di malformazioni per il feto.
L’operatore del Telefono Rosso, su specifica richiesta, valuta gli eventuali effetti dannosi sul feto o sulla madre di fattori ambientali, costituzionali o genetici, qualificando e quantificando il tipo di rischio. Ad esempio, se dei farmaci, assunti nelle prime fasi della gravidanza, producano oppure no una malformazione, quale e con quale probabilità.
La valutazione del possibile rischio riproduttivo si avvale oltre che delle specifiche competenze degli operatori, anche di banche dati disponibili a livello internazionale, quali TERIS e REPROTOX, nonché della sistematica revisione della letteratura scientifica attraverso la consultazione in tempo reale delle pubblicazioni mediche più recenti (MEDLINE). Inoltre il Telefono Rosso è integrato nella rete dei Servizi omologhi (Teratogen Information Services) Europei (ENTIS) ed Extraeuropei (OTIS), con i quali esiste un rapporto continuo di scambi di informazioni, relative soprattutto alle problematiche che risultano più rare o nuove.
Ogni valutazione di un rischio teratogeno è un mezzo importante ed efficace per una vera prevenzione dei difetti congeniti, consentendo di evitare i fattori di rischio noti, sostituendo, ad es., un farmaco teratogeno con uno più sicuro.
La consulenza preconcezionale rappresenta la condizione ideale a tale scopo: poco prima del concepimento è possibile, infatti, cambiare eventuali terapie farmacologiche in presenza di patologie materne specifiche, scegliendo quella più opportuna in gravidanza.
Il Telefono Rosso, oltre a fornire informazioni adeguate alle gestanti circa i fattori di rischio riproduttivo, ha anche una grande rilevanza scientifica per le casistiche sempre più numerose e controllate che produce, le quali rappresentano per i medici una fonte preziosa di informazioni facilmente accessibili, nonchè di aggiornamento nell’ambito della scelta di terapie farmacologiche da effettuarsi in gravidanza.
Perché ai sensi della Legge 194/78 – Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza – è necessario e doveroso potenziare e far conoscere il Telefono Rosso?
1) Perché “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile….
(art. 1)
Ora è esperienza comune che scelte coscienti, libere e responsabili sulla procreazione sono ostacolate e molte volte praticamente impedite, quando la donna è preoccupata, angosciata e addirittura terrorizzata al pensiero che il figlio possa nascere malformato, perché ha assunto, senza sapere di essere incinta, dei farmaci sconsigliati in gravidanza, è stata esposta a radiazioni ionizzanti ed agenti chimici, ha un’infezione o una malattia cronica.
Particolarmente difficile, straziante e drammatica è la scelta per le donne che aspettano il primo figlio, magari da anni, o per quelle che hanno determinate convinzioni morali o religiose.
Esse, poste di fronte al terribile dilemma: abortire il figlio, per il quale magari si era già scelto il nome e per il quale si facevano tanti progetti, o far nascere un bambino che ha molte probabilità di nascere handicappato, magari senza braccia o con un braccio più lungo e l’altro più corto, non sanno fare altro che rimuginare sempre le stesse cose e fissarsi nei soliti pensieri: “E se poi il bambino è sano!? E se il partner, i parenti o l’amica, che consigliano di fare l’aborto subito, prima che il bambino diventi grande, o il medico, – che non solo per ignoranza, ma anche per deresponsabilizazione medico-legale, non solo non approfondisce il problema della donna, ma anzi spesso suggerisce e addirittura istiga all’aborto -, si sbagliano? Perché uccidere il bambino sano? Ma se poi è handicappato, come posso vivere tutta una vita con un figlio storpio davanti!? Che ne sarà poi di lui quando io non ci sarò più!? perché mettere al mondo un infelice?”
I dubbi sono così lancinanti, le sofferenze così terribili, che il solo pensiero di dover trascorrere nove mesi di gravidanza in questo stato, porta quasi tutte le donne che si trovano in questa condizione a ricorrere all’aborto. Per molte di queste, però, come si sa, le sofferenze non finiscono e incappano nella sindrome post-aborto, che le perseguiterà per molti anni e a volte per tutta la vita.
Il Telefono Rosso, fornendo informazioni precise e corrette, qualificando e quantificando il rischio riproduttivo, è in grado di chiarire dubbi e paure alle gestanti, di liberarle dai loro incubi ossessivi, che tolgono il più delle volte la capacità d’intendere e di volere, e di metterle, perciò, in condizione di scegliere in tutta libertà e consapevolezza.
2) Perché lo Stato…. tutela la vita umana fin dall’inizio
Il 20% circa di tutti gli aborti in Italia, sia legali che clandestini, sono effettuati per motivi eugenetici e così ogni anno vengono eliminati 30/40.000 bambini per il timore che nascano malformati. Il 99% di tutti questi bambini, secondo le statistiche del Telefono Rosso stesso, non verrebbero abortiti se le mamme, i genitori, i medici e gli altri operatori sanitari e parasanitari avessero informazioni precise e corrette su i veri rischi di malformazione e anomalie del feto, per assunzione di farmaci, esposizione a radiazioni ionizzanti ed agenti chimici, per malattie materne croniche, per infezioni e per altri problemi della gravidanza. Il 10% infatti di tutte le chiamate al Telefono Rosso sono state effettuate da donne, già indirizzate all’aborto da operatori sanitari, e per il 99%, appunto, di queste non vi era nessun aumento del rischio riproduttivo di base.
Il dato del 20% non è campato in aria e non è funzionale per fare acquistare al Telefono Rosso un’importanza eccessiva per un’utilità inesistente in vista di chissà quali vantaggi economici o riconoscimenti scientifici.
In molti consultori o servizi sociali di ospedali esistono delle schede per l’I.V.G. con già stampate le ragioni che spingono le donne a chiedere l’aborto. In queste schede intanto non manca mai la dicitura delle ragioni eugenetiche, accanto alle cause economiche, di salute, ai pregiudizi sociali, ecc.: ora, prendendo cento schede a caso, è facile calcolare la percentuale delle donne che chiedono l’aborto per il timore del figlio malformato. Timore, giova ripeterlo, che nel 99% dei casi è infondato. Nell’opuscolo “Pensiamo alla salute” spedito a tutte le famiglie dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero della Salute, parlando dei farmaci, che angosciano l’81% di tutte le donne che chiamano al Telefono Rosso e che rappresentano la causa della stragrande maggioranza degli aborti per motivi eugenetici, si dice appunto che “I farmaci realmente pericolosi sono pochi. Quelli che potrebbero esserlo non è detto che provochino danni al bambino…” (pag. 45). “I farmaci sono responsabili solo dell’1% delle malformazioni” (pag. 44). Come per i farmaci, infondati sono poi i timori per esposizione a radiazioni ionizzanti, (le radiazioni diagnostiche sono la causa dell’11% delle chiamate al Telefono Rosso e come si sa la dose di 5 rad, che potrebbe essere dannosa per il feto è assai difficile da raggiungere), per le infezioni, quasi sempre banali, contratte in gravidanza (il 4% delle chiamate al Tel. Rosso) e per gli altri problemi della gravidanza.
In conclusione, potenziando e facendo conoscere il Telefono Rosso, lo Stato ogni anno tutela la vita di 30.000/40.000 bambini, salvandoli da una morte assurda, perché non solo sono sani, ma anche attesi e desiderati dai genitori.
3) Perché lo Stato… riconosce il valore sociale della maternità
Il 63% delle donne già indirizzate all’I.V.G. da operatori sanitari che chiamano al Telefono Rosso sono alla prima gravidanza, per lo più coniugate, per le quali, come per le altre, nel 99% dei casi non si riscontra nessun aumento del rischio riproduttivo di base. Ora l’ignoranza dei medici e la deresponsabilizzazione legale loro e delle case farmaceutiche privano moltissime donne della possibilità di assaporare per la prima volta la gioia della maternità, riconosciuta come un valore da proteggere e garantire da parte dello Stato per il bene di tutta la società.
Le donne alla prima gravidanza non si rassegnano facilmente all’idea di abortire il primo figlio, tanto desiderato, magari da anni, anche se sono consigliate (e a volte istigate) a farlo da medici di base, ginecologi o altri medici specialisti o analisti, per cui cercando di approfondire il loro problema, interpellano più medici, assistenti sociali, parenti, amici, volontari, ecc., e vengono più facilmente a conoscenza del Telefono Rosso e per questo rappresentano la grande maggioranza delle donne, già indirizzate all’aborto, che chiamano il Telefono Rosso. Le altre donne, pur non volendo abortire il figlio che aspettano, tuttavia una volta che il medico ha loro consigliato l’aborto o non se la sentono di “rischiare” oppure sono impedite dal partner, che per il primo figlio condivide le stesse ansie e preoccupazioni della donna, o da parenti, amici, dal cercare soluzioni ai loro dubbi, per cui non approfondiscono, come la donna che aspetta il primo figlio, il loro problema e vengono così più difficilmente a conoscenza del Telefono Rosso. Terrorizzate al pensiero del figlio malformato, quasi sempre abortiscono, soffocando dubbi e scrupoli morali ed il desiderio di una nuova maternità. Esse, però, non avrebbero abortito ed il loro desiderio di una nuova maternità non sarebbe rimasto frustrato, se avessero conosciuto il Telefono Rosso ed avuto, così, informazioni precise e corrette, in grado di chiarire i loro dubbi e angosce.
4) Perché l’art. 2 dice che i consultori familiari assistono la donna in gravidanza:
a) informandola …sui servizi sociali, sanitari e assistenziali offerti dalle strutture operanti nel territorio;
d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.
Il Telefono Rosso è un servizio sanitario, che deve essere portato a conoscenza delle donne in gravidanza, perché è in grado di eliminare il 20% delle cause che inducono le donne all’aborto volontario.
5) Perché l’art. 5 recita: “Il consultorio e la struttura socio-sanitaria… hanno il compito in ogni caso…di esaminare con la donna…le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza…di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari…”
Il Telefono Rosso, risolvendo i problemi del 20% delle donne che chiedono l’I.V.G., va promosso e sostenuto, offrendogli tutti gli aiuti necessari. Il Telefono Rosso, infatti, è una sola cosa con le donne, le ragioni della sua nascita e del suo esistere sono l’amore e il servizio al bambino, cercando di conoscere e di prevenire ogni rischio di difetto congenito, e alla donna, di cui condivide, per eliminare (quasi sempre), dubbi, sofferenze ed angosce.
6) Perché “In presenza di processi patologici, fra cui quelli relativi ad anomalie o malformazioni del nascituro, il medico che esegue l’interruzione della gravidanza deve fornire alla donna i ragguagli necessari per la prevenzione di tali processi” (art. 14 ). La consulenza preconcezionale del Telefono Rosso è un efficace mezzo per una vera prevenzione dei difetti congeniti e può fornire alla donna i ragguagli necessari, perciò va potenziato e fatto conoscere.
7) Perché la legge obbliga le regioni, d’intesa con le università e con gli enti ospedalieri, a promuovere l’aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile…(art. 15). Il Telefono Rosso del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” opera in questo campo della procreazione cosciente e responsabile, attivando operazioni culturali e di aggiornamento per i medici e personale parasanitario sui fattori di rischio riproduttivo, la cui ignoranza, generando nelle donne dubbi, paure, terrori e ansie, toglie molte volte loro ogni possibilità di intendere di volere e quindi di agire coscientemente e liberamente.
8) Perché chiunque cagiona ad una donna per colpa l’interruzione della gravidanza è punito con la reclusione da tre mesi a due anni (art. 17).
Per le decine di migliaia di aborti pseudo-eugenetici in Italia sono gravemente colpevoli non solo i medici che per ignoranza e deresponsabilizazione medico-legale lasciano nel dubbio le donne, non approfondiscono il loro problema e le costringono di fatto all’aborto, (quando non sono essi stessi a consigliarle e ad istigarle), e le case farmaceutiche, che su quasi tutti i farmaci, anche su quelli che si usano al posto di altri in gravidanza, scrivono nel foglietto illustrativo “Controindicato in gravidanza”, – senza mai qualificare e quantificare il tipo di rischio riproduttivo -, per non dovere sostenere spese legali per dimostrare che il farmaco è innocuo qualora per il rischio riproduttivo di base nasce un bambino con qualche handicap, ma anche tutti coloro (Governo, Regioni, ASL) che, pur potendo ovviare, con poco, a tanta ignoranza e cinismo, non fanno niente. Trasgredendo la legge, essi condannano a morte, senza alcun motivo, decine di migliaia di bambini e infliggono un gravissimo danno alle donne, alle famiglie ed alla nazione, precipitata ormai nel baratro demografico.
Non costa infatti molto potenziare il Telefono Rosso..
Quanto costa allo Stato salvare 40.000 bambini, sani e desiderati, dall’aborto?
Per consentire al Telefono Rosso di evitare i circa 40.000 aborti per motivi eugenetici all’anno bisogna che sia messo in grado di ricevere ed effettuare complessivamente circa 150.000 telefonate, per far sì che le donne trovino la linea libera e non siano indotte a desistere, dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, perché sempre occupata. Al Telefono Rosso si rivolgono infatti non solo le donne nel primo trimestre di gravidanza, ma anche quelle che sono nel secondo e terzo trimestre, le donne in allattamento e quelle che chiedono informazioni in vista di una gravidanza senza rischi. Chiamano ancora operatori sanitari e parasanitari, familiari, volontari ecc.-
Inoltre il Telefono Rosso deve poter effettuare, con il loro consenso, interviste telefoniche (follow-up) dopo il parto almeno alle donne che si sono rivolte ad esso, la cui vicenda ha un valore scientifico più o meno rilevante in vista della prevenzione dei difetti congeniti.
Tenuto conto che una telefonata dura in media 8 minuti, occorrono 20 mila ore all’anno per poter effettuare 150.000 telefonate (150.000 X 8 min. = 1.200.000 min.; 1.200.000:60 = 20.000), 400 ore a settimana, 80 ore al giorno per 5 giorni, 10 medici per 8 ore al giorno.
Anche ammesso, però, che qualche medico sia disposto ad effettuare qualche ora di volontariato a settimana, come già avviene, bisogna che il Telefono Rosso assuma, riducendo al minimo il personale, per ridurre all’osso le spese, al meno 14 medici, che al costo, in regime di convenzione, di 25.000 Euro all’anno ognuno vengono a pesare per 350.000 Euro all’anno sulle finanze dello Stato. Una quisquilia se consideriamo gli incalcolabili benefici sanitari, sociali, morali ed anche economici che ne derivano. Lo Stato, finanziando il Telefono Rosso, risparmia infatti, non pagando le spese per 30.000 aborti legali, ben 37.500.000 Euro all’anno (un aborto legale costa allo Stato circa 1.250 Euro). Altri diecimila aborti il Telefono Rosso li evita tra quelli clandestini.
E’ importante sottolineare il fatto che il Telefono Rosso va potenziato al massimo da subito, sia perché, altrimenti, per decine di migliaia di bambini sarebbe troppo tardi, sia perché centinaia di migliaia di bambini sani e desiderati sono stati già uccisi e sia perché non ci vuole molto per informare Assessorati alla Salute e alle Politiche Sociali, ASL, medici e cittadini dell’esistenza ed importanza del Telefono Rosso.
In considerazione poi del prestigio scientifico, di cui gode il Telefono Rosso per l’altissima professionalità dei suoi operatori e per la sua più che quindicinale esperienza, e soprattutto, quindi, per le sue benemerenze nel campo della difesa della salute fisica e psichica delle donne e della tutela della maternità e della vita umana, sarebbe opportuno, se non doveroso, che il Ministro della Salute, lo faccia diventare, in tempi brevi, un servizio offerto dal Servizio Sanitario Nazionale, collegandolo magari all’Istituto Superiore di Sanità, e rendendone più facile e accessibile la consultazione tramite un numero verde.
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Io ho 42 anni faccio uso di 8 goccie fi cipralex e di xanax a bisogno…vorrei fortemente avere un bimbo che consigli potete darmi?potrebbe avere dei rischi?devo scalare le medicine?mi sento molto triste pet mio marito che sa di tutto wuedto ma si sente impotente.ho gia fissato un appuntamento da una psicologa comportamentalista e da un ginevologo per gennaio…non so se tirsco a uscirne fuoricon le mie forse ma anche se riuscisdi a rimanete incinta non vorrei che il bimbo avesse conseguenze per le mie cattive abitudini …..grazie del consiglio cridyina