Proponiamo la testimonianza di questa ragazza, nata perfettamente sana, la cui madre s’era vaccinata contro l’epatite B senza sapere di essere già incinta di lei

Salerno, lì 15 maggio 2016

“Scommettiamo che ti faccio parlare con un dottore, il quale dice che non c’è nessun rischio!?”

Mia madre, presa alla sprovvista, accettò la sfida e perse, non poteva essere altrimenti,  e così sono nata io.

Era stanca, angustiata, stressata e adesso ci si metteva pure questo saputello [che s’era già informato] a farla innervosire e mandarla in tilt ancora di più, continuandole a ripetere che non c’era alcun rischio per me! Aveva consultato tanti medici, anche uno del reparto di malattie infettive dell’ospedale, e tutti erano concordi nel dire che c’erano rischi per la mia salute e che conveniva abortisse.  Per toglierselo allora davanti, tutta infastidita e arrabbiata, gli gridò in faccia: “Ma se ho consultato trenta medici e tutti mi hanno detto la stessa cosa! Chi sei tu per dirmi che non ci sono rischi!?”

 

Pensava così di averlo messo definitivamente k.o. e mai si sarebbe aspettata la sua reazione, con quella proposta della scommessa e, punta sul vivo, senza pensarci, disse di sì, apparentemente per dargli una lezione e fargli fare una brutta figura, in realtà perché nel fondo del suo cuore sperava in qualcuno che la liberasse dall’incubo e la rassicurasse sulla salute del/la suo/a bimbo/a (lei voleva una femminuccia). Quando dall’altro capo del filo il dott. De Santis del Telefono Rosso gli disse che per la vaccinazione contro l’epatite B senza sapere di essere già in gravidanza il suo bimbo non correva alcun rischio in più oltre a quello naturale, ella rimase senza parole. La spiegazione del dottore gli fece perdere  tutta la sua aggressività e ascoltò, docile e calma, le sue parole confortanti e rassicuranti, che gli riempivano sempre di più il cuore di speranza e di gioia mano a mano che dissolvevano i suoi dubbi e le sue paure, dopo aver riferito pure di quello che avevano detto tanti medici.  Medici, che evidentemente vogliono tutelare più se stessi dal rischio naturale  che il benessere psicofisico delle donne in gravidanza e per eccesso di difesa fanno soffrire loro pene indicibili e condannano nel contempo tanti bambini perfettamente sani all’aborto. Non sentendosi, poi sicura, con i medici del posto, chiese ed ottenne dal dott. De Santis di poter essere visitata da lui al Policlinico Gemelli, e mio padre, che pure soffriva per l’aborto, fu ben contento di condurla a Roma. E’ così nel giugno del 1992 sono nata io, sana come un pesce e senza alcun problema.

Ed ora, dopo lo sfogo sui medici che pensano più a coprirsi le spalle loro che alla salute delle loro pazienti,  una considerazione sul perché non si proteggano le donne in gravidanza,  le quali sono, si sa, particolarmente fragili,  dalla medicina difensivistica, innanzitutto preparando bene i medici su eventuali rischi di malformazione del bambino per assunzione di farmaci, esposizione a radiazioni ionizzanti ed agenti chimici, malattie, infezione, vaccini, età e per tutti gli altri problemi della gravidanza e poi anche facendo conoscere e potenziando questo servizio, così utile e prezioso, di consulenza medica altamente specialistica del Telefono Rosso. Telefono Rosso, che è stato addirittura depotenziato, passando dalle  oltre 170 ore di servizio settimanali degli anni  ’90 alle attuali solo 20 (venti) ore settimanali!  Alla ministra Lorenzin  il compito di trovare una soluzione, se è vero che ci tiene tanto alla fertilità delle donne.

Un grazie grande grande al Telefono Rosso ed un abbraccio a tutte,

Roberta

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