Era settembre del 2010. Eravamo appena tornati dalle vacanze estive, quando scopro inaspettatamente di essere incinta del quarto figlio.
Sappiamo bene che quando una coppia decide di fare un percorso di vita matrimoniale cristiana e di apertura alla vita deve essere sempre preparata all’arrivo di un figlio, anche quando non sembra il momento. Così passati alcuni giorni, i timori iniziali vennero sostituiti ben presto da gioia ed entusiasmo, soprattutto dagli altri tre fratelli. Le uniche nostre preoccupazioni diventarono solo pratiche, come sistemare le camere da letto e cercare una nuova auto adatta a questa famigliona. Insomma tutte cose banali, ma indispensabili per l’arrivo del quarto figlio.
Passarono due mesi avevo fatto già qualche controllo ginecologico e a parte qualche nausea, la gravidanza stava andando benissimo. Arrivò il giorno della terza visita ginecologica, questa volta, però, era prevista anche la prima ecografia, così come per tutti gli altri figli venne anche mio marito, incuriosito dal conoscere dal vivo la nuova creatura.
Anche se per noi era la quarta volta che ci trovavamo in quella situazione, ogni volta è una sensazione indescrivibile, io e mio marito Donato, ci guardavamo negli occhi carichi di emozioni. La crescita era regolare e la ginecologa ci diede la notizia che con molta probabilità era una bambina, la terza per noi.
Eravamo felicissimi!
Tutto sembrava meraviglioso, ma da qui a qualche minuto dopo è cambiata la storia della mia vita.
Al termine della visita,la ginecologa, come fa lei di consueto, mi visitò anche il seno. Si accorse che avevo un piccolo nodulo sul seno sinistro. Probabilmente una semplice reazione della gravidanza, diceva la ginecologa. Non del tutto convinta, però, decide di mandarmi da un senologo, il quale dopo pochi giorni mi diede la triste diagnosi. Il nodulino al seno non era una reazione della gravidanza, ma bensì un carcinoma duttale infiltrante ….. in poche parole un tumore maligno alla stadio più alto.
Ricordo bene che quando mi fu data la notizia rimasi senza reagire per diversi minuti. Il dottore mi parlava con termini medici che per me non significavano niente. Io pensavo solo alla mia bambina, cosa ne sarebbe stato di lei, e dei tre bambini a casa. In un attimo era cambiata la mia vita e ahimè, anche quella dei miei familiari.
Di fronte mi trovai medici, che, mettendo al primo posto la mia salute, mi suggerivano di intraprendere la strada più semplice: l’aborto. Ma il Signore parlò per me a quei medici ed io e la mia bambina ci trovammo unite in sala operatoria a difendere le nostre vite.
In data 23 novembre 2010 fui sottoposta a mastectomia radicale sx + svuotamento cavo ascellare. L’intervento andò bene per la mamma, ma soprattutto la bambina era viva!!!
Poi passò un mese. Erano appena finite le vacanze di Natale, trascorse serene credendo di aver vinto la battaglia contro la malattia e di dover pensare solo al mio pancino che entrava nel quinto mese di gravidanza.
Era esattamente il 7 gennaio 2011, io, mio marito e i nostri figli stavamo allegramente rientrando dalla montagna, quando improvvisamente una telefonata inaspettata fece calare il silenzio tra e me e mio marito. L’Oncologia di Prato mi chiese di presentarmi due giorni dopo per comunicazioni urgenti sul risultato dell’esame istologico.
Ricordo che per tutto il viaggio non feci altro che chiedere al Gesù quale fosse il suo disegno, ero sconcertata, non capivo!!!
Insieme ai bambini affidammo le nostre preoccupazioni a Maria Santissima e recitammo il Santo Rosario.
Così arrivò il giorno dell’appuntamento. La diagnosi fu per me devastante …..
Il male che mi aveva colpito, benché mi fosse stato tolto, aveva un’altissima percentuale di recidività, e accelerato dagli ormoni della gravidanza. Da lì a pochissimi giorni avrei dovuto intraprendere dei cicli di chemioterapia …. E la bambina ???!!!
In realtà a questo domanda l’oncologa fu un po’ vaga, o meglio non aveva sul territorio di Prato casi analoghi. In poche parole non si conoscevano gli effetti collaterali per la bimba, ma sapevano i rischi assai gravi per la mamma a non fare la chemioterapia.
Presi un giorno per riflettere prima di dare una risposta affrettata.
In realtà anche quella volta Gesù dentro di me aveva già scelto, ma il mio pensiero era rivolto anche a quei tre angioletti a casa, che avevano il diritto di avere una mamma … ma anche di avere una nuova sorellina.
Così tornai dall’oncologa e le annunciai la decisione sofferta, di rifiutare di sottopormi alla chemioterapia finché non fosse nata la bambina.
Credo di non essere stata trattata mai male, come in quel giorno. Mi fu dato dell’egoista e di destinata al peggio.
L’oncologa faceva semplicemente il suo lavoro e temeva per la mia salute, ma il mio cuore di mamma diceva no.
Quel giorno ero sola e mi ricordo che, finito il colloquio, uscii da quella porta ambulatoriale con gli occhi pieni di lacrime. E con quegli occhi persi nel vuoto, corsi a cercare rifugio dentro la cappella dell’ospedale di Prato; e lì mi immersi negli occhi lucenti di Maria Santissima, fu lei la mia consolazione.
Capii che la Madonna mi stava prendendo per mano per condurmi verso un progetto divino.
Con questa fiducia iniziai un percorso di contatti e telefonate con medici di tutta Italia. Ma uno di questi, un medico del San Raffaele di Milano, mi disse delle parole che ricorderò sempre: “Lei deve trovare un medico che le voglia bene! E che abbracci la sua causa!!”. Dopo una settimana, il 19 gennaio 2011, il Signore ha messo nel mio cammino, la persona che diventerà protagonista della nascita della mia bambina: il Prof. Giuseppe Noia, ginecologo del Policlinico Gemelli di Roma [Responsabile del Telefono Rosso, 06 30156298]
Mi ha spiegato l’importanza di sottopormi a delle chemioterapie leggere, in gravidanza, senza dare danni rilevanti alla bambina; anticipare di un po’ la data del parto, per poi fare terapie più forti dopo. In data 22.01.2011 iniziai il trattamento chemioterapico con Antraciclina settimanale (35mg/mq), in tutto mi furono somministrati 8 cicli di terapia settimanale.
Il 4 aprile 2011, a Roma presso il Policlinico Gemelli, per mezzo delle mani del Prof. Noia, è venuta al mondo, a parto cesareo, MARIA, una bambina meravigliosamente sana e amata da tutti noi!!!
Il Signore si è servito del Prof. Noia come strumento per compiere il Suo disegno.
Dal 29.04.2011 poi ho iniziato TC in associazione a Trastuzumab fino al compimento di un anno di terapia. Ora sto effettuando trattamento ormonale precauzionale con LH-RH e Tamoxifene 20 mg al giorno e dovrò farlo per 5 anni
Spero che questa mia esperienza faccia riflettere alcune mamme qualora dovessero trovarsi in una situazione analoga alla mia. Non arrendetevi al primo ostacolo, aprite il cuore a Dio e lui vi parlerà e vi condurrà dai medici giusti com’è successo a me.
Amiamo i nostri figli, ancora prima di noi stesse. Ricordiamoci che la maternità è un dono prezioso, ma ancora prima di essere figlio nostro, è un figlio di Dio, e come tale sta a lui decidere quando interrompere quella vita.
Ora la bimba ha circa 20 mesi e pesa 14 kg
Una laica della famiglia del Cuore Immacolato di Maria
Prato, lì 26 novembre 2012,
Francesca Matteucci
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La tua testimonianza è contemporaneamente agghiacciante e ricolma di speranza. Grazie per averla inserita perchè inculca a tutte noi il coraggio di andare avanti qualunque sia la problematica che ci portiamo dietro. Poi la l’affidamento in Dio è fondamentale e tu testimoni ancora una volta che mai Lui ci abbandonerà.Persone come te sono necessarie a far sì che il Signore possa compiere la sua volontà…prove su prove certo è dura…ma se siamo sostenuti dall’alto ce la faremo…con affetto e stima. LUCIA
io posso dire la mia esperienza molto simile a questa, la differenza sta che io mi sono sottoposta al ciclo chemioterapico dalla 19esima settimana di gestazione poi mi hanno fatta partorire (parto naturale) alla 35 settimana dopo 40 giorni operata mastectomia con svuotamento ascellare ed inserimento espansore. dopo qualche mese altro ciclo di chemio , radioterapia ecc. Ora la mia bambina ha 5 anni ad agosto 2015 ed è sanissima, tutto nella norma e sembra riccioli d’oro (è la più piccola di 3 figli). Mai mollare. Colgo l’occasione per ringraziare tutta l’equipe del Policlinico Gemelli di Roma.